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martedì 31 dicembre 2013

Una seppia a cena... buon 2014!

Ormai vado di rado a pesca, ma la vigilia di Capodanno è per me un'occasione irrinunciabile, da quando feci la mia prima spigola in assoluto proprio qui a Napoli, qualche anno fa. 
Ieri in verità ero anche uscito a serra, ma alla fine sono usciti solo 3 cefaloni da un paio di kili l'uno, divertimento puro in fase di recupero con una 783, ma bicchiere mezzo vuoto... 
Così oggi ho cambiato target e sono andato solo a seppie. E' andata come speravo. 


Buon 2014 a tutti!


sabato 6 aprile 2013

Compatibilità e intercambiabilità delle bobine

Quando bisogna comprare un nuovo mulinello può essere importante valutare la possibilità di potergli montare una seconda bobina, magari con caratteristiche differenti rispetto a quella in dotazione.
I vantaggi sono di ordine sia pratico che economico. I parametri da tenere presente sono di sicuro la frizione, la capacità, ed ovviamente il prezzo. Per gli amanti del custom, inoltre,  il fattore estetico può essere parimenti determinante.

Ho posseduto un Ryobi Vertigo 5500, buon mulo con corpo piccolo e bobina veramente capiente, in grado di gestire perfettamente anche le bobine misura 5000 e 4500. 
Sul mio Shimano Stradic 3000 in CI4 potrei montaci la bobina del 2500, magari per andarci a calamari...

In casa Daiwa la serie Real Four (Certate, Morethan Branzino, Exist, Luvias, etc…) permette la maggiore flessibilità in tema di interscambiabilità delle bobine.
Faccio un esempio pratico: il felice possessore di un Certate 2500 potrebbe tranquillamente avere una bobina con frizione da 3 kg. ed una da 7 kg. (più capiente rispetto alla prima). 
La prima potrebbe essere sfruttata, ad esempio, in uno spinning light alla regina, utilizzando gommine, canne extrafast e trecciati/fluoro/nylon sottili, sfruttando una frizione che per partire non necessiterebbe di un grosso spunto iniziale, evitando così raddrizzamenti di ami o rutture della lenza sottile nel caso dei strattoni importanti di una regina di taglia. Inoltre, la limitata capienza eviterebbe fondi o sprechi di lenza.
La seconda, con una frizione ed una capacità maggiore, potrebbe invece trovare un buon utilizzo anche per predatori salsi di taglia media (serra, cuda, ecc..). 
Sarebbe come avere 2 muli, entrambi eccezionali (stesso corpo) ma differenti, e si potrebbe così evitare l'ulteriore spesa di un altro mulo pari livello per fare le cose che si potrebbero tranquillamente gestire semplicemente con una bobina dalle caratteristiche che ci occorrono. 

Importante è anche capire che la possibilità di scambiare diverse bobine su più mulinelli ci potrebbe anche consentire di vendere il nostro mulo e comprarne un altro della stessa "fascia di compatibilità", in modo da poter utilizzare sul nuovo giocattolo le bobine di ricambio precedentemente acquistate e caricate di lenza. 



Per la serie Real Four esistono bobine compatibili anche di marche diverse dalla Daiwa, con differenti caratteristiche ed esteticamente molto accattivanti (es. RCS e Ocean Studio Mark). Spesso tali bobine sono abbinabili anche ad altri componenti custom (knob, manovelle, ecc...).


RCS: bobine compatibili per mulinelli Daiwa “Real Four”




Studio Ocean Mark: bobine compatibili per mulinelli Daiwa “Real Four”

 



 



Per Shimano esistono forse meno soluzioni, ma alcuni modelli di fascia alta (es. Stella, Twin Power) possano comunque montare bobine compatibili della stessa Shimano (Yumeya) oppure della Studio Ocean Mark.


Shimano Yumeya per mulinelli Stella e Twin Power SW
 



Studio Ocean Mark: bobine compatibili per mulinelli Shimano Stella SW






martedì 19 marzo 2013

Mulinelli extra light di Trabucco e Tubertini-Ryobi

E' un po' che Shimano e Daiwa hanno introdotto materiali leggeri e resistenti (CI4 e Zaion) nella costruzione dei propri mulinelli, ottenendo, tra l'altro, il vantaggio di una drastica riduzione di peso rispetto al passato. 

Tali innovazioni hanno costretto anche le altre case ad adeguarsi.

Non ho provato i due muli di seguito riportati, pertanto, in attesa di poterli valutare di persona (devo ammettere che mi incuriosiscono non poco), mi limito per ora a descriverne le caratteristiche, secondo quanto indicato sui rispettivi siti ufficiali. 


Trabucco Airblade

Nell'Airblade Pro di Trabucco fa il suo ingresso la lega metallica 7075 aerospaziale, materiale con caratteristiche di estrema leggerezza e resistenza.

Il corpo è interamente costruito in questa lega, in una monoscocca che fa da asse portante per tutti gli ingranaggi, inglobando le parti laterali che non servono più come supporto.  Il risultato è un un unico blocco monolitico senza alcuna vite all’esterno, la cui lubrificazione e accesso può avvenire esclusivamente attraverso uno sportello posto nella parte inferiore del mulinello.
L’intero corpo, sottile e innovativo, così come gli ingranaggi, il rotore, l’archetto, i braccetti e tutto quello che può venirvi in mente è realizzato nella medesima lega metallica aerospaziale, ottenendo così il duplice effetto di avere un mulinello resistentissimo e leggerissimo (260 grammi su una taglia 4000). 

cuscinetti in acciaio inox più un cuscinetto a rulli a supporto dell'anti ritorno.

Mulinello in commercio ad un prezzo inferiore ai 100 €.

ModelloGr.Gear RatioCapacitàCuscinetti
170-93-420
2000
2445.1:1(67cm)Ø 0,20mm – 150M7+1 SS
30002505.1:1(72cm)Ø 0,20mm – 150M7+1 SS
40002605.1:1(83cm)Ø 0,30mm – 125M7+1 SS


http://www.trabucco.it/catalogo/p/29/airblade.htm




Ryobi Slam 
(distribuito da TUBERTINI)

Materiale extra light anche in casa Ryobi.

Nello SLAM sono stati realizzati in NRCT la scocca ed il rotoreE' un composito di carbonio con iniezione di titanio dal peso ridotto rispetto ai materiali tradizionali (-25%). Ulteriore caratteristica è una maggiore rigidità che conferisce una migliore performance di tutta la macchina ed una ottima fluidità del movimento, con una usura sostanzialmente ridotta.  

Frizione micrometrica graduale e progressiva, nottolino scorrifilo assistito, pomello maggiorato per una presa sempre facile e sicura, 6 cuscinetti dislocati nei punti di massimo lavoro degli ingranaggi.

Lo SLAM Tubertini è indicato sia per la pesca in acque dolci che in mare.

Rapporto di recupero 5:1

Viene proposto nelle taglie: 1000 – 2000 – 3000 – 4000 – 5000 – 6000.

Il mulinello Ryobi SLAM distribuito da Tubertini verrà commercializzato in Italia dal mese di aprile 2013. Il prezzo dovrebbe essere circa 150 €. Visto utilizzare da Marco Volpi su Italian Fishing TV.

http://www.tubertini.it/news.php?azione=dettaglio&id=102


sabato 16 febbraio 2013

La mia Yamaha XT660X (purtroppo venduta...)


Yamaha XT660X (VENDUTA 2.200 €)

Anno di immatricolazione: 2005
Cilindrata: 660 
Km: 14.500

Filtro lavabile BMC (1 anno)
Scarichi Leovince X3 omologati (1 db killer)

Scadenza bollo: febbraio 2014
Scadenza revisione: settembre 2013

Compreso nel prezzo: piastra + baule GIVI + kit xeno da montare

Passaggio a carico dell'acquirente

http://www.motorbox.com/moto/moto-viste-e-provate/in-sella-a-yamaha-xt-660r-e-xt-660x













lunedì 4 febbraio 2013

Ripalettare un artificiale: prima o poi tocca a tutti!


Tempo fa postai in rete le varie fasi del mio primo approccio all'autoriparazione di un artificiale. I destinatari del trattamento, causa fragilità della paletta, erano i Tide, nello specifico quelli da 17 cm. Il risultato non fu perfetto a livello estetico, ma vi assicuro che fungevano anche ripalettati alla "buona"... (inclinazione della paletta ad "occhio"). Ripresento qui alcune lavorazioni, a memoria delle considerazioni che feci e che ritengo ancora valide.



Prima di iniziare occorre tenere presente che ripalettare un minnow in plastica cava non é come sistemare un minnow in legno, e la cosa può comportare una modifica dell'assetto (anche se i Tide hanno una predisposizione implicita a lavorare bene).


PARTE 1 – Costruzione della paletta

Occorre disporre di un Tide integro per ottenere la sagoma della paletta, che andrà ricopiata su materiale plastico tipo policarbonato. Tale materiale si trova in commercio anche con il nome di LEXAN ed ha la caratteristica di poter essere piegato a freddo e tagliato con un paio di forbici fino allo spessore di 2 mm (che corrisponde allo spessore che dovremo utilizzare).

Se si hanno difficoltà a reperire il Lexan, anche la plastica delle scatolette “Plano” potrebbe andar bene (è comunque più elastica e resistente della paletta originale del Tide). Una volta riportata la sagoma della paletta sulla plastica bisogna tagliarla. Si dovrebbe ottenere un triangolo, il cui vertice deve essere tagliato prolungato rispetto alla sagoma, che dovrebbe essere un trapezio.



PARTE 2 – Creazione dell’alloggiamento
E’ necessaria la massima attenzione per la creazione dell’alloggiamento.

Un seghetto manuale può bastare.

Il taglio dove alloggiare la nuova paletta deve essere molto preciso ed accurato, se si vogliono evitare successive stuccature (che appesantirebbero la parte anteriore del pesciolino, modificandone l’assetto in acqua).


PARTE 3 – Inserimento della paletta nell’alloggiamento e fissaggio
Se è stato fatto un taglio preciso, basta inserire la paletta con poca epossidica facendone sbordare un pochino. Pulire con il dito l'eccesso di epoxy quando ancora non è indurita del tutto. Se ben eseguito, quasi non si vedrà l'inserimento della nuova paletta. Le colle epossidiche sono colle bi-componenti, formate da due tubetti contenenti uno resina e l'altro un indurente. Occorre miscelare i due elementi, applicare e .. aspettare. Esistono diverse marche e tipi di colle bicomponenti valide(PATTEX, BOSTIC, SARATOGA, ...). Se è stato fatto un taglio non troppo preciso, si può fermare la paletta nell'alloggiamento con ATTACK, prima di stuccarla con il bicomponente adatto alla plastica. Una volta essiccato il bicomponente, si può usare ancora ATTACK per vetrificare. In questo caso si potrebbe compensare il maggior peso dovuto alla "stuccatura", utilizzando una paletta fatta con Lexan dello spessore di 1,5 mm anzichè 2 mm. Il Lexan, per adesso, mi manca. L'ho sostituito con la plastica dei separatori degli scomparti delle plano. Ecco una foto dei materiali utilizzati.


Creazione della paletta e dell'alloggiamento (rifinito, successivamente, con una limetta).



Prova di inserimento della paletta.


Bloccaggio della paletta con bicomponente. Lavoro terminato.



In questi altri,  le palette sono appena più lunghe e larghe di quelle originali. La cosa è volontaria e spero mi consentirà di avere dei Tide che tengano un po' meglio la corrente e che possano essere jerkati con più violenza. La prova dell'acqua mi darà tutte le risposte.




Questi  di seguito, invece, sono stati equipaggiati con una paletta trinagolare corta e larga, tipo quella del Tackle House 130 (in foto a destra). Lo scopo è quello di far lavorare il Tide in acque basse con un bel mare da scaduta.


Concludo questo articolo con un consiglio: se capita di dover ripalettare un vostro artificiale, valutate la possibilità di montargli una paletta diversa da quella originale. La trasformazione inciderà ovviamente sul nuoto del lure, ma magari vi consentirà di avere un giocattolo diverso e magari riuscirete ad utilizzarlo in condizioni particolari: pensate ad uno Shore Line che si lancia lontano e che nuota a soli 20 cm di profondità...

sabato 1 dicembre 2012

La mia "Medusa": tragedia sfiorata e record rimandato!

Di recente sono uscito poco a pesca. Dopo la reginella dei primi di novembre posso contare altre due battute, compresa quella di ieri che sto per raccontarvi.

La prima me l'aveva offerta il raduno di domenica scorsa organizzato dalla comunità di SpinningZone, di cui faccio orgogliosamente parte dal un bel po' di tempo, il cui nocciolo duro è formato da persone con cui mi trovo benissimo e che sono veramente contento di aver incrociato sul mio cammino. Riguardo la possibilità di prendere qualcosa, però, c'è poco da raccontare: giornata di sole, mare piatto con pesci completamente assenti, tolto qualche sugarello... il minimo per sperare di catturare, il massimo per godersi un'allegra mattinata in compagnia di amici e nuove conoscenze.

La seconda uscita invece, quella di qualche giorno fa, necessita di un racconto dettagliato e qualche riflessione. La mancanza di catture da 20 giorni mi aveva messo in forte crisi di astinenza (anche se l'unico cappotto è stato al raduno) e così, memore di precedenti battute in condizioni difficili, ho programmato l'uscita con una situazione a dir poco "estrema": mare forza 7 (forse 8) con onde di 4-5 mt., venti da sud di 30 nodi medi, con raffiche oltre i 40, e pioggia, il tutto ovviamente da gustare con il buio! La situazione era troppo al limite per lasciarmi indifferente a casa e allo stesso troppo "particolare" per non mettere in conto qualche imprevisto, che purtroppo non è mancato.

A questo punto alcuni di voi staranno pensando che bisogna essere pazzi  per uscire con queste condizioni, forse perché ancora identificano la pesca con l'immagine mentale di una canna ferma, una sediolina e una sigaretta in mano, nell'attesa che il cimino si fletta. Ma io sono uno spinner, ovvero un cacciatore di predatori marini (e quanto prima anche sciapi), non un bolognesaro di porto! (...con tutto rispetto, ovviamente). Io amo la dinamicità di questo tipo di pesca, gli scenari che la natura mi offre ed anche la stanchezza, i sacrifici e tutte le difficoltà che si frappongono inevitabilmente tra me e quei quattro pesci che finiscono fotografati e condivisi sul web e, quando lo meritano o quando mi ricordano una particolare situazione vissuta, addirittura appesi appesi nel mio ufficio! Quindi, per tornare in argomento, stavolta ero convinto che da quell'inferno potesse venir finalmente fuori la spigola della vita, quella dalla doppia cifra!

Insomma, dopo un "fai quello che vuoi" della mia amata e rassegnata Signora, arrivo nei pressi dello spot e parcheggio l'auto più distante del solito, avendo intuito che il solito luogo di sosta è troppo esposto all'acqua (di mare!) che la bufera di vento diffondeva a decine di metri di distanza. Calzo i waders e la giacca da wading, mi armo di raffio, 2 artificiali palettati, la mb844 mhx, lo stradic 5000 fj e parto alla volta di una porzione di scogli non esposta direttamente alla furia del mare tempestoso. 
Durante il tragitto, costantemente inumidito dall'acqua proveniente sia dal cielo che dal mare, un'onda ha tracimato la barriera di scogli che protegge la strada, proprio dove stavo camminando, sovrastandomi di almeno 1 metro! Fortunatamente, più che il pericolo reale  (davvero minimo, tenuto conto che non poteva esserci alcun risucchio per via degli scogli più alti del livello della strada) è stato lo spavento a farmi un attimino riflettere sulla convenienza di continuare il percorso... ma, conti alla mano, la possibilità di farsi male era vicina allo zero, al massimo avrei potuto fare un altro paio di "immersioni passive" nell'acqua salata! (Azz... effettivamente un po' pazzo devo esserlo!)
Quando sono arrivato sulla "mia" mattonella, l'ho trovata occupata da altri 2 "colleghi" in waders (e un altro ancora mi avrebbe poi raggiunto poco prima di andar via). In fondo, ho subito pensato: "Così fuori di testa forse non sono, altrimenti vuol dire che di pazzi in giro ce ne sono davvero molti... mmmm... meglio così: è più prudente essere in compagnia a pesca, specie con questa tempesta!".
I due però non stavano pescando, ma saltellavano come stambecchi (cioè in perfetto equilibrio) con la testa in basso alla ricerca disperata della costosa attrezzatura (borsetta con gli artificiali) misteriosamente sparita, forse a causa del forte vento, dallo scoglio su cui l'avevano poggiata qualche minuto prima. Ad uno dei due (che chiamerò D.) su sua richiesta ho prestato volentieri la mia lampada frontale, tanto per me non era indispensabile, mentre a loro serviva per illuminare in mezzo agli scogli.
Dopo una manciata di minuti, mentre io lanciavo da posizione alta in tutta sicurezza, proprio D. intravede la borsa nell'acqua, in balia delle onde a solo un paio di metri di distanza e, dimostrando molta incoscienza, senza pensarci un attimo si arma di guadino e scende sullo scoglio più basso per cercare di afferrarla, mentre l'amico G. rimane un metro più sopra, quando d'improvviso un'onda più alta delle precedenti (ce n'erano almeno un paio abnormi ogni 5 minuti) li travolge in pieno e trascina D. nell'inferno. A questo punto mi tocca precisare che davanti a noi c'era mare aperto con fondale importante, il tutto in condizioni surreali da vera tempesta di mare, con onde enormi che si frangevano con boati assordanti, schiuma dappertutto, acqua dal cielo e fortissimo vento! Per una attimo interminabile il sangue mi si è congelato nelle vene. Ero convinto che il poverino fosse stato trascinato ad almeno 10 metri, in mare aperto, senza alcuna speranza di farcela. Inoltre, appesantito dalla giacca e dai waders che si riempiono di acqua fino alle ascelle, non credo sia facile rimanere a galla neanche con mare calmo! Lui invece, miracolosamente, è subito emerso a pochissima distanza dal punto in cui era stato strappato ed ha avuto la prontezza e la forza di aggrapparsi allo scoglio, proprio mentre una seconda onda, di quasi pari intensità, lo sommergeva nuovamente. A quel punto ho avuto la prova che qualcuno in cielo lo stava guardando: D. è riuscito a rimanere aggrappato allo scoglio e subito dopo a salirlo, approfittando di un attimo di minore irruenza delle onde, per poi spostarsi solo dopo un mio urlo ("Muoviti, che adesso ne arrivano altre!) un paio di metri più su, con l'aiuto dell'amico G. che era pronto a "raffiarlo" se ce ne fosse stato bisogno. 


Il suo viso, quello dell'amico e sicuramente anche il mio, era bianco pallido. Si è disteso su uno scoglio per qualche minuto, rivivendo di sicuro tutta la scena nella sua mente e forse ringraziando intimamente qualcuno. 
Poi, con calma, i due mi hanno salutato (D. si è addirittura scusato per avermi perso la lampada durante il "tuffo fuori stagione") e se ne sono andati. 
Ed io? Qualche lancio dovevo pure farlo! E come d'improvviso dalla tempesta una forza imponente ha strattonato per una ventina di secondi la mia canna, fino a trovare la libertà! Avevo appena perso la regina più grande che avessi mai avuto in canna, di sicuro molto più grossa del mio record personale (fermo a 6 kg. da 2 anni).

Ma adesso non mi va di spiegare i vari come perché o percome ho incannato e perso la "mitica" cattura che mi aveva spinto in quest'avventura non certo tranquilla... sto ancora pensando che la vita è una ed è molto più importante di un pesce o di una cassetta di artificiali da qualche centinaio di euro! Spero davvero che questa esperienza possa essere stata d'insegnamento non solo a noi tre che l'abbiamo vissuta, ma anche a qualche ragazzetto spericolato che magari leggerà prima o poi questa storia di vita vissuta...

Mentre tornavo a casa, solo in auto, non potevo fare a meno di pensare a quanto mi era successo. Che strana la vita: nella stessa serata ho perso la spigola della vita ed ho assistito ad un miracolo... 

domenica 4 novembre 2012

Novembre è cominciato... e subito battezzato!

Prima uscita del mese.

E' notte fonda e quando scendo in strada mi arrivano in testa i primi schizzi d'acqua della giornata.

Sullo spot che volevo battere trovo condizioni peggiori di quello che immaginavo: troppo vento frontale, impossibile pescare. Piove a tratti, ma il cielo è costantemente minaccioso. Le raffiche di vento mi spostano in più occasioni, è ancora buio e sono solo... ma già contento! 

Ripiego presso una foce.  L'acqua è molto torbida e devo provare a cavare fuori un ragno dal buco... ed arriva lei, giovane e forse troppo ingenua.  
E adesso, oltre che contento, sono anche appagato.


domenica 28 ottobre 2012

Arrivano i mostri!!!

Esistono spigole e spigole, anzi  spigolette, spigole, spigolone e mostri!!!

Ieri il mare era veramente tosto e credo che tanti avranno rinunciato alla ricerca... ma io ormai conosco un paio di posticini più riparati dove è possibile affrontare anche situazioni di vento e mare più sostenuto. Certo in questi posti un po' si rischia, specie con il buio, quindi bisogna evitare di andarci da solo.

Ebbene ieri, come altre volte, sono andato a fare due lanci con il mio amico Mario, pescatore di grande talento e di non meno esperienza (in tanti lo riconosceranno nella foto), a cui devo davvero tanto per quanto mi ha spiegato quando cominciai a spinnare... 

Ne è venuta fuori solo una, e non per merito mio... e come spesso accade con condizioni veramente avverse, la taglia è di quelle impressionanti: oltre gli 8 kili!

Quando l'ho tirata fuori dall'acqua con una mano nella branchia, sono rimasto impressionato dal peso della bambina e dalle dimensioni della testa! In pratica, un rottweiler! Eppure già avevo avuto a che fare con una spigola da 6 kili (quella era mia)... ma questa, presa da Mario, è  a dir poco fantastica!

Godetevi questa foto... e sappiate che l'angler va a pescare veramente poco negli ultimi anni... e meno male! 



domenica 21 ottobre 2012

Una spigola contro l'amarezza

Ieri sera il mio Napoli si è fatto infinocchiare 2 volte in quel di Torino (tra l'altro a qualche minuto dalla fine della gara) contro gli odiati bianconeri... e gli "sfottò" via sms degli amici non si sono fatti attendere. Di questi, uno in particolare mi ha colpito per la sincerità e la solidarietà dimostrata: "Non preoccuparti Jimmy, il campionato è lungo e stanotte fai una bella spigola, così ti passa l'amarezza!".

Una frase del genere da un bianconero non me la aspettavo, ma evidentemente era sincera, visto che mi ha davvero portato fortuna. Grazie Peppe! A buon rendere! :-)

Stamattina, non avendo condizioni di mare idonee alla ricerca della regina tra la schiuma, ho dedicato la battuta alla gomma, per me ancora un mondo tutto da scoprire... ma qualche passo avanti lo sto facendo, e anche velocemente devo ammettere.

A dire il vero, la giornata era cominciata proprio male: appena arrivato sullo spot ho "osato" poggiare un piede su uno scoglio piatto a pelo d'acqua, emerso grazie alla bassa marea (pieno di vegetazione scivolosa che ovviamente non avevo visto!). Quindi inevitabile ruzzolone (fortunatamente senza conseguenze di rilievo, tranne un dolorino al di dietro...) e lampada persa tra gli scogli, con l'aggiunta del distacco della pietra del primo anello e, meno male, solo piegamento del secondo.

Le imprecazioni (silenziose, per non spaventare i pesci...) si sono sprecate! E ora che dovevo fare? La settimana scorsa ero tornato a dormire per un problema analogo sulla stessa canna, ma stamattina, a costo di guardare l'alba senza pescare, volevo godermi il mio angolo di "libertà"... ora avevo davvero bisogno di rilassarmi!

Stare fermo però non mi andava, così, sfruttando la poca luce naturale, ho rifatto il nodo al moschettone e ho cominciato a lanciare dal secondo anello, visto che il primo sfregava e avrebbe rotto la lenza. Ad ogni lancio il filo si attorcigliava sulla parte di canna eccedente il secondo anello e mi toccava ritardare il recupero dell'esca per togliere il giro del filo.... però era comunque possibile provarci, visto che la sensibilità della canna mi permetteva comunque di sentire l'artificiale.


Poi, come per magia, è arrivata la prima "botta"! Ferrata e.... niente! L'amo montato anticaglio sulla gomma non è riuscito a bucare per bene... azz...che jella... e che pollo che sono: devo imparare a ferrare meglio con la gomma! 

Una decina di minuti e arriva la seconda "botta": e che "botta"! Ferratona da manuale e sento di averla agganciata!!!! E' enorme! Troppo grande, purtroppo, per il moschettone da pesi light che avevo montato per la gomma (e che non userò mai più!). Il ferro si è piegato e il moschettone si è aperto facendomi perdere la balena!!! Arrrrrgggggg!!!! Porca zozzzzzzzzzzaaaaaaaaa!!!!!!!

Ma stamattina non potevo "perdere" di nuovo... già ieri sera era andata troppo male! 
Alla terza "botta" non avrei avuto più scuse con me stesso.... e, fortunatamente, arriva anche quella: ferrata giusta e la bambina in pochissimo è venuta tra le mie braccia a farsi fotografare!