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lunedì 4 febbraio 2013

Ripalettare un artificiale: prima o poi tocca a tutti!


Tempo fa postai in rete le varie fasi del mio primo approccio all'autoriparazione di un artificiale. I destinatari del trattamento, causa fragilità della paletta, erano i Tide, nello specifico quelli da 17 cm. Il risultato non fu perfetto a livello estetico, ma vi assicuro che fungevano anche ripalettati alla "buona"... (inclinazione della paletta ad "occhio"). Ripresento qui alcune lavorazioni, a memoria delle considerazioni che feci e che ritengo ancora valide.



Prima di iniziare occorre tenere presente che ripalettare un minnow in plastica cava non é come sistemare un minnow in legno, e la cosa può comportare una modifica dell'assetto (anche se i Tide hanno una predisposizione implicita a lavorare bene).


PARTE 1 – Costruzione della paletta

Occorre disporre di un Tide integro per ottenere la sagoma della paletta, che andrà ricopiata su materiale plastico tipo policarbonato. Tale materiale si trova in commercio anche con il nome di LEXAN ed ha la caratteristica di poter essere piegato a freddo e tagliato con un paio di forbici fino allo spessore di 2 mm (che corrisponde allo spessore che dovremo utilizzare).

Se si hanno difficoltà a reperire il Lexan, anche la plastica delle scatolette “Plano” potrebbe andar bene (è comunque più elastica e resistente della paletta originale del Tide). Una volta riportata la sagoma della paletta sulla plastica bisogna tagliarla. Si dovrebbe ottenere un triangolo, il cui vertice deve essere tagliato prolungato rispetto alla sagoma, che dovrebbe essere un trapezio.



PARTE 2 – Creazione dell’alloggiamento
E’ necessaria la massima attenzione per la creazione dell’alloggiamento.

Un seghetto manuale può bastare.

Il taglio dove alloggiare la nuova paletta deve essere molto preciso ed accurato, se si vogliono evitare successive stuccature (che appesantirebbero la parte anteriore del pesciolino, modificandone l’assetto in acqua).


PARTE 3 – Inserimento della paletta nell’alloggiamento e fissaggio
Se è stato fatto un taglio preciso, basta inserire la paletta con poca epossidica facendone sbordare un pochino. Pulire con il dito l'eccesso di epoxy quando ancora non è indurita del tutto. Se ben eseguito, quasi non si vedrà l'inserimento della nuova paletta. Le colle epossidiche sono colle bi-componenti, formate da due tubetti contenenti uno resina e l'altro un indurente. Occorre miscelare i due elementi, applicare e .. aspettare. Esistono diverse marche e tipi di colle bicomponenti valide(PATTEX, BOSTIC, SARATOGA, ...). Se è stato fatto un taglio non troppo preciso, si può fermare la paletta nell'alloggiamento con ATTACK, prima di stuccarla con il bicomponente adatto alla plastica. Una volta essiccato il bicomponente, si può usare ancora ATTACK per vetrificare. In questo caso si potrebbe compensare il maggior peso dovuto alla "stuccatura", utilizzando una paletta fatta con Lexan dello spessore di 1,5 mm anzichè 2 mm. Il Lexan, per adesso, mi manca. L'ho sostituito con la plastica dei separatori degli scomparti delle plano. Ecco una foto dei materiali utilizzati.


Creazione della paletta e dell'alloggiamento (rifinito, successivamente, con una limetta).



Prova di inserimento della paletta.


Bloccaggio della paletta con bicomponente. Lavoro terminato.



In questi altri,  le palette sono appena più lunghe e larghe di quelle originali. La cosa è volontaria e spero mi consentirà di avere dei Tide che tengano un po' meglio la corrente e che possano essere jerkati con più violenza. La prova dell'acqua mi darà tutte le risposte.




Questi  di seguito, invece, sono stati equipaggiati con una paletta trinagolare corta e larga, tipo quella del Tackle House 130 (in foto a destra). Lo scopo è quello di far lavorare il Tide in acque basse con un bel mare da scaduta.


Concludo questo articolo con un consiglio: se capita di dover ripalettare un vostro artificiale, valutate la possibilità di montargli una paletta diversa da quella originale. La trasformazione inciderà ovviamente sul nuoto del lure, ma magari vi consentirà di avere un giocattolo diverso e magari riuscirete ad utilizzarlo in condizioni particolari: pensate ad uno Shore Line che si lancia lontano e che nuota a soli 20 cm di profondità...

domenica 12 agosto 2012

Rod Building: MB844-MHX

E' da un po' che non mi dedico al rod building... ma prima o poi devo riprendere! 
Questo è il secondo ed ultimo lavoro completato e risale ormai ad un bel po' di tempo fa...

Grezzo: MB844-MHX
Lenght (lunghezza): 7'
Casting Lure (peso lanciabile): 3/16 -1 oz
Line (carico di rottura del filo da utilizzare): 12-20 lb
Action (azione): Fast 
Power (potenza): Heavy
Butt (sezione della base del grezzo): 0,585  
Tip (cima): 6

rear da 10"
manico splittato in eva mudhole (taccheto idraulico da 3/4)
placca Fuji Deluxe 17
anellatura Fuji alconite 8+1: Y 30-16-12-10; L8-8-8-8; tip 8







Il filo utilizzato (Sz. A per i primi 3 anelli, Sz. D per i rimanenti più piccoli):




Alcuni scatti in fase di resinatura:




 




Possedendo anche le sorelle MB844 gl2 e imx di G.Loomis, posso affermare che quest'attrezzo di casa Mudhole è più pastoso rispetto alle prime due. L'azione non è esageratamente fast e permette di lavorare senza strappare i nostri giocattolini. La ferrata è pronta e la potenza viene fuori quando c'è da forzare.
Insomma, secondo me  ha un ottimo rapporto qualità/prezzo.

L'estate scorsa l'ho prestata a mia moglie nell'unica occasione in cui mi ha fatto compagnia in pesca... e questi sono stati i risultati! Che canna fortunata!!!!!